Siglato il protocollo d'intesa per la prevenzione ed il contrasto alla dispersione scolastica nel VII Municipio

firma protocollo dispersione scolasticaÈ stato ufficialmente sottoscritto questa mattina, presso la Sala Rossa del Municipio Roma VII a Cinecittà, il Protocollo d’Intesa per la Prevenzione e il Contrasto alla Dispersione Scolastica, frutto di una collaborazione sinergica tra il Municipio Roma VII, la ASL Roma 2 e tre istituti scolastici secondari di primo grado operanti nel territorio municipale che coincide con ii VII distretto sanitario.

La firma dell’accordo, promossa dal Presidente del Municipio Roma VII, Francesco Laddaga, dall’Assessora alle Politiche Sociali e per l’Integrazione Socio-Sanitaria, Adriana Rosasco, dal Direttore del Distretto 7 e della Committenza della ASL Roma 2, Roberto Testa, e dai Dirigenti Scolastici degli istituti coinvolti, rappresenta un atto di forte valenza strategica, volto a rafforzare le azioni contro la dispersione scolastica attraverso un approccio integrato e condiviso.

Il Protocollo costituisce un’iniziativa innovativa e senza precedenti a livello regionale. Esso mira alla costruzione di una rete stabile e coordinata tra scuola, sanità e servizi sociali, capace di intervenire in modo preventivo e mirato nei confronti di studenti in situazione di disagio. L’intesa punta a realizzare un piano strutturato di interventi volti a prevenire e contrastare efficacemente il fenomeno della dispersione scolastica, sviluppando una visione unitaria delle problematiche educative.

Al centro dell’accordo vi è la volontà di consolidare la collaborazione tra istituzioni, promuovendo un dialogo continuo e operativo tra i diversi attori del sistema educativo, sanitario e sociale. L’obiettivo è quello di progettare e implementare interventi personalizzati, capaci di sostenere gli studenti più fragili e le loro famiglie, creando le condizioni per un contesto scolastico accogliente, inclusivo e stimolante.

Con la firma del Protocollo, le istituzioni coinvolte riaffermano l’impegno comune per garantire il diritto allo studio e contrastare ogni forma di esclusione. Si tratta di un passo concreto verso una scuola più equa, attenta ai bisogni educativi e capace di valorizzare il potenziale di ogni ragazza e ragazzo.

Sostenere la genitorialità nel presente e nel futuro: il nuovo volto della PMA nei LEA e la sfida di un welfare sostenibile

20250507 Convegno PMA 000096Nel cuore delle istituzioni italiane si è svolto il convegno “Sostenere la genitorialità nel presente e nel futuro”, un incontro che ha rappresentato molto più di una tavola rotonda sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). È stato un momento di confronto ad ampio raggio tra decisori pubblici, clinici, programmatori sanitari e rappresentanti politici, in cui si è tracciato lo stato dell’arte della PMA in Italia, alla luce della recente inclusione nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Un passaggio definito epocale da tutti i relatori, che hanno sottolineato come il tema della fertilità non riguardi soltanto l’ambito clinico, ma si collochi oggi al centro delle politiche di welfare, sanitarie e sociali.

Ad aprire i lavori è stato il dottor Rocco Rago, promotore dell'iniziativa, che ha evidenziato come negli ultimi due anni si sia assistito a un'accelerazione culturale sul tema della fertilità, non solo nella sensibilità sociale ma anche nella consapevolezza istituzionale. Ha sottolineato come la PMA non debba essere più considerata una nicchia medica, bensì una risposta concreta a una crisi sistemica che coinvolge la tenuta stessa del welfare, messo a rischio dal crollo demografico. È in questa ottica che il titolo del convegno lega la PMA alla sostenibilità del welfare nazionale.

Andrea Urbani, Direttore Regionale della Salute, ha portato il suo contributo ricordando il ruolo attivo avuto nella revisione del DPCM 2017 e nell’inclusione della PMA nei LEA. Ha ripercorso le criticità di un sistema che fino a oggi ha garantito diritti sanitari diseguali sul territorio, con prestazioni accessibili solo in alcune regioni e in larga parte affidate al settore privato. La riforma, ha affermato, mira a colmare questa frattura garantendo a tutte le donne italiane, indipendentemente dal luogo di residenza, pari opportunità di accesso alla maternità assistita. Un impegno che nel Lazio è già stato avviato, nonostante alcuni ricorsi giuridici, con l'obiettivo di accreditare strutture pubbliche e private in grado di erogare questi servizi. Urbani ha messo in evidenza come la PMA rappresenti non solo un diritto alla salute, ma anche un pilastro necessario per un sistema previdenziale che rischia di implodere sotto il peso della denatalità.

Un’analisi condivisa anche dall’onorevole Simona Loizzo, membro della Commissione Affari Sociali della Camera, che ha riportato il lavoro avviato con l’indagine conoscitiva parlamentare sui centri italiani di PMA, con particolare attenzione alle pazienti oncologiche. L’onorevole ha denunciato la forte disomogeneità tra Nord e Sud, tra pubblico e privato, che costringe molte donne a trasferimenti onerosi e lunghi soggiorni fuori regione per ricevere cure adeguate. Il ritardo nella maternità, spesso imposto da precarietà lavorativa o percorsi professionali complessi, rappresenta un’altra delle sfide di questa epoca, in cui la fertilità biologica si scontra con la realtà sociale. Loizzo ha sottolineato la necessità di rafforzare la rete pubblica e di garantire equità, affinché l’accesso alla maternità non sia un privilegio economico ma un diritto garantito.

20250507 Convegno PMA 001018Il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma e provincia, Antonio Magi, ha legato il tema della fertilità alla sostenibilità del sistema sanitario. Con un tono diretto e pragmatico, ha ricordato che oggi due adulti fanno fatica a generare anche un solo figlio, e che ogni nuovo nato si troverà sulle spalle il carico sociale di sei anziani. Una dinamica che mette a rischio la sopravvivenza stessa del welfare. Magi ha posto l'accento sulla necessità di una corretta informazione sanitaria e di un’alleanza tra pubblico e privato, purché guidata da standard di eccellenza e finalizzata al risultato, cioè la nascita di un bambino. Ha richiamato l’ordine dei medici al suo ruolo: essere cinghia di trasmissione tra il cittadino e le nuove opportunità offerte dalla sanità pubblica, assicurando che ogni medico sia in grado di orientare i pazienti nei percorsi di PMA.

Ad offrire uno sguardo di sistema è stato Francesco Amato, Direttore Generale della ASL Roma 2, che ha colto l’occasione per riflettere sul significato profondo della Legge 40 e del concetto di rete assistenziale. Amato ha ricordato che l’infertilità è una patologia a tutti gli effetti e che, come tale, non può essere affrontata con una prestazione singola, ma richiede una presa in carico multidisciplinare. La PMA, ha detto, ha anticipato molti dei principi oggi cardine della programmazione sanitaria: continuità assistenziale, personalizzazione del percorso di cura, integrazione ospedale-territorio. Secondo Amato, non si tratta di aggiungere costi al sistema, ma di organizzare meglio le risorse per evitare inefficienze. Le nuove progettualità della ASL Roma 2 puntano a offrire anche alle donne che oggi non possono diventare madri l’opportunità di preservare la propria fertilità in modo gratuito, grazie all’uso dei propri gameti. Un approccio preventivo, che si integra con il concetto di innovazione etica e tecnologica che oggi guida la sanità del futuro.

Il convegno ha tracciato una linea chiara: la genitorialità non può più essere affrontata come scelta privata da sostenere solo in condizioni patologiche o con risorse personali. È un tema collettivo, una sfida nazionale, una leva fondamentale per il benessere sociale ed economico. L’inclusione della PMA nei nuovi LEA è un punto di svolta che chiama in causa non solo la sanità, ma la politica, le istituzioni, l’organizzazione dei servizi e il senso stesso di equità. Ora tocca ai territori, alle reti cliniche e agli attori della programmazione trasformare questa conquista in un diritto reale, accessibile e sostenibile.

La ASL Roma 2 alla Race for the Cure 2025: salute, prevenzione e promozione degli stili di vita al fianco delle donne

Anche quest’anno la ASL Roma 2 partecipa attivamente alla Race for the Cure, l’evento simbolo della lotta contro il tumore al seno, in programma a Roma dall’8 al 12 maggio 2025. La manifestazione, promossa dalla Susan G. Komen Italia, non rappresenta soltanto una corsa solidale, ma è soprattutto un momento di grande valore civico e sanitario, dedicato alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla promozione della salute femminile.

La presenza della ASL Roma 2 è stata definita nel corso di una riunione interaziendale tenutasi il 18 aprile, che ha coinvolto anche le ASL Roma 1 e Roma 3, con l’obiettivo di condividere un calendario coordinato e adottare un format operativo omogeneo per tutte le aziende coinvolte.

Nella giornata dell’8 maggio, il personale della ASL Roma 2 sarà impegnato nella promozione dell’attività fisica. In mattinata, dalle 9.30 alle 14.00, sarà presente un’équipe composta dal Dott. Quattrini, Dirigente di Medicina dello Sport, insieme alle Dott.sse Remiddi e Proietti Refrigeri della UOC Assistenza alla Persona. Nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 19.00, l’intervento sarà portato avanti dallo stesso Dott. Quattrini, affiancato dalle Dott.sse Di Nunzio e Lima. Durante entrambe le sessioni sarà proposto un questionario standardizzato (IPAQ) per valutare i livelli di attività fisica quotidiana, verrà effettuata la misurazione della forza dell’arto superiore attraverso l’uso di un dinamometro handgrip, con analisi comparativa ai valori di riferimento per età e genere, e sarà offerta la possibilità di colloqui individuali con distribuzione di materiale informativo sull’importanza dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e, in particolare, delle patologie oncologiche. La ASL Roma 2, in collaborazione con la ASL Roma 1, ha inoltre curato la realizzazione di materiale informativo specifico sul rapporto tra attività fisica e tumore al seno.

Il 9 e il 10 maggio, l’Azienda sarà presente per attività dedicate alla promozione della sana alimentazione. Il 9 maggio mattina, dalle 9.30 alle 14.00, interverranno la Dott.ssa Mattera, Dirigente della UOSD Promozione della Salute, e le Dott.sse Borgia e Saraceni, afferenti alla UOC Attività Tecniche Sanitarie della Prevenzione. Il 10 maggio, nel pomeriggio dalle 14.00 alle 19.00, saranno impegnati il Dott. Billi, Direttore della UOC Igiene degli Alimenti e Nutrizione, e il Dott. Merone, Dirigente della stessa UOC, con il supporto delle Dott.sse Baccari e Pallagrosi. Le attività previste includono la rilevazione del peso corporeo, della circonferenza vita e del BMI, effettuata grazie a strumenti portatili messi a disposizione dal Dipartimento di Prevenzione, a cui si aggiungerà la valutazione del profilo nutrizionale e metabolico. Verrà inoltre somministrato il test Medilite (modello CREA) per verificare l’aderenza alla dieta mediterranea, con calcolo del punteggio individuale. I professionisti offriranno colloqui personalizzati per analizzare eventuali criticità nutrizionali e distribuiranno il materiale informativo “Il piatto in salute”, elaborato a livello aziendale e condiviso tra le ASL partecipanti. Anche per questa sezione, ASL Roma 1 e 2 hanno redatto un protocollo operativo comune a garanzia di omogeneità e qualità dell’intervento.

A ciascun utente sarà consegnato un flyer personalizzato, che riporterà le misurazioni antropometriche effettuate e informazioni utili per orientarsi tra i servizi territoriali dedicati alla promozione degli stili di vita, in linea con la mappatura regionale e aziendale predisposta per i residenti della ASL Roma 2.

In vista della manifestazione, sono state organizzate riunioni operative su piattaforma TEAMS per condividere materiali, linee guida e procedure con tutto il personale coinvolto, garantendo una piena coerenza organizzativa tra le diverse giornate e tematiche.

Con la partecipazione alla Race for the Cure, la ASL Roma 2 ribadisce il proprio impegno nella promozione della prevenzione oncologica e nella diffusione di corretti stili di vita, al fianco delle donne e di tutta la comunità.

5 maggio: giornata mondiale per l'igiene delle mani

Poster Igiene Mani 2025Mantenere alta l’attenzione sull’importanza dell’igiene delle mani e rafforzare l’impegno delle persone a sostenere il miglioramento di questa procedura in tutto il mondo è l’obiettivo principale della campagna “Salva vite: igienizza le mani” promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione della giornata mondiale per l'igiene delle mani 5 maggio 2025.

L'igiene delle mani, infatti, è una procedura estremamente semplice, veloce e a basso costo, che ha però un’elevata importanza in ambito sanitario. Se eseguita nei momenti giusti e nel modo corretto può salvare milioni di vite ogni anno.

5 Maggio: Celebriamo la Giornata Internazionale dell’Ostetrica

Ogni anno, il 5 maggio, il mondo celebra la Giornata Internazionale dell’Ostetrica, un’occasione per riconoscere il lavoro essenziale delle ostetriche nella salute materna, neonatale e riproduttiva.  Quest’anno il tema lanciato dall’International Confederation of Midwives è più urgente che mai: “L’assistenza ostetrica durante le emergenze”.

Il mondo sta affrontando un numero senza precedenti di crisi concomitanti: disastri naturali, conflitti e alterazioni irrimediabili causate dal cambiamento climatico. Queste emergenze colpiscono in modo sproporzionato donne, ragazze e persone di ogni genere, esponendole a rischi maggiori e limitando l’accesso ai servizi sanitari essenziali.

In situazioni di crisi – che si tratti di disastri naturali, guerre, pandemie o emergenze umanitarie – le ostetriche sono tra le prime a rispondere, garantendo che donne e neonati ricevano cure sicure, dignitose e rispettose, anche nei contesti più difficili.

Come recita lo slogan 2025: “Midwives uphold human rights, even during crises!” Le Ostetriche difendono i diritti umani, anche durante le crisi.

Valorizzare chi protegge

Nonostante però il loro ruolo cruciale, troppe volte le ostetriche vengono ignorate nei piani di risposta alle emergenze. Le sfide durante le crisi spesso sono enormi anche per le ostetriche stesse, come ambienti di lavoro non sicuri e carenza di attrezzature e strumenti.

È tempo di cambiare.
Il messaggio del 5 maggio 2025 è chiaro: le ostetriche devono essere valorizzate e incluse in ogni piano di risposta alla crisi.

Un simbolo di forza e speranza

Una delle immagini ufficiali della campagna IDM2025 mostra una figura ostetrica stilizzata con uno stetoscopio in una mano e un filo spinato nell’altra, simbolo potente della loro capacità di portare umanità anche nei momenti più bui, rappresentando la competenza, la determinazione e l’impegno quotidiano per i diritti delle donne e dei bambini.

L’Ordine delle Ostetriche di Roma e Provincia celebra il 5 maggio

Come ogni anno, l’Ordine delle Ostetriche di Roma e provincia celebra questa ricorrenza con un evento dedicato dal titolo “La professione ostetrica in prima linea: esperienze e sfide nei contesti di crisi”, proprio nella giornata del 5 maggio presso l’Università Unicamillus di Roma. Si parlerà di protezione dell’alimentazione infantile durante le emergenze, la promozione della salute della popolazione giovanile, il contrasto alle Mutilazione Genitali Femminili, ma anche della recente piaga che ha scritto la nostra storia recente, la pandemia da Covid 19. In tutte le relazioni l’obiettivo è mettere in luce il lavoro delle ostetriche sul campo a tutela delle donne, dei bambini e delle famiglie.

#ostetrichenoicisiamo #nessunpassoindietro

Le ostetriche della ASL ROMA 2 saranno presenti e porteranno la loro testimonianza, espressione di un lavoro quotidiano svolto con passione e dedizione, a garanzia di un’eccellenza professionale da sempre riconosciuta e apprezzata a tutti i livelli istituzionali e non.

 Stare Con, Stare Accanto, Esserci Sempre! Le Ostetriche salvano vite!