AL Centro Traumatologico Ortopedico avviato l'iter per il riconoscimento come IRCCS Ortopedico-Traumatologico

"Valutando le migliori pratiche nazionali nel campo dell’ortopedia abbiamo deciso di avviare il percorso per il riconoscimento del CTO come IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Ortopedico-traumatologico”.

 

Lo annuncia in una nota la Direzione della Asl Roma 2 in merito al Presidio Ospedaliero Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) Andrea Alesini, una struttura sanitaria deputata alle attività ortopediche-traumatologiche, inserita nella rete dell’emergenza-urgenza per la chirurgia della mano.

 

“Il CTO ha sviluppato nel tempo competenze specialistiche che permettono l’erogazione di prestazioni con carattere di eccellenza, di qualità tecnica e sicurezza delle cure. Il presidio, infatti, accoglie al suo interno un dipartimento ultra - specialistico in campo della chirurgia ortopedica, sia a livello della colonna ma soprattutto a livello degli arti, in particolare chirurgia dell’anca, del gomito, della mano e del piede, con tecniche mininvasive e di trapianto di tessuti biologici al fine di assicurare cure anche in pazienti con grave compromissione degli arti. Nello specifico è presente un Pronto Soccorso mono-specialistico ortopedico e dai volumi di attività si evince che la prevalenza degli accessi complessivi avviene nelle ore diurne (8/20).

 

Dai dati relativi all’anno 2021 si rileva inoltre come l’80% degli accessi avviene in orario diurno, mentre in orario notturno (20/08) si registra una media di 10/12 accessi di pazienti con codici non di urgenza. In considerazione di tale evidenza, in analogia con l’istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, si propone il funzionamento del PS Ortopedico del CTO per le ore diurne (8-20) mentre verrà ripristinato il Punto di Primo Intervento in H24 che garantirà la stabilizzazione del paziente in fase critica attivando, tramite Centrale Operativa del 118, il trasporto presso l’ospedale più idoneo. La scelta adottata è analoga tra le due realtà mono-specialistiche ortopediche leader in Italia".

Inaugurato il progetto Liberi@mo la salute

DSC 9771Presentato questa mattina, nel Teatro del Polo Penitenziario di Rebibbia, il progetto “Liberi@mo la salute: Telemedicina negli Istituti Penitenziari”. Alla presenza del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l'evento si è svolto alla presenza della Ministra alla Giustizia, Marta Cartabia con la partecipazione di Rosella Santoro, Direttore della Casa Circondariale Rebibbia N.C. "Raffaele Cinotti", Giorgio Casati, Direttore Generale ASL Roma 2, Roberto Tartaglia Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Gabbrielli Direttore del centro nazionale per la telemedicina dell’Iss, Carmelo Cantone, Provveditore Amministrazione Penitenziaria, Francesco Rocco Pugliese, Direttore Sanitario ASL Roma 2, Stefano Anastasìa Garante dei diritti dei detenuti Regione Lazio e Maria Antonia Vertaldi, Presidente del tribunale di Sorveglianza di Roma.

Il progetto “Liberi@mo la salute: Telemedicina negli Istituti Penitenziari” ha l’obiettivo di migliorare l’assistenza dei pazienti negli Istituti Penitenziari. Consente di assicurare televisite, teleconsulti, telerefertazione e telemonitoraggio: il medico all’interno del penitenziario acquisisce ed esamina gli esami diagnostici effettuati nel carcere, per condividerli con un reparto ospedaliero specialistico attraverso l'utilizzo di un apparato di videoconferenza, dove lo specialista supporta il collega da remoto nell'eventuale formulazione della diagnosi e per la definizione della necessaria strategia terapeutica.

“Abbiamo bisogno più che mai di interventi concreti, che affrontino gli sterminati bisogni della vita quotidiana in carcere, a cominciare da quello della salute, il più impellente in questo tempo di pandemia” – ha detto la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. “Concretezza e valori costituzionali: questa è la cifra del progetto di telemedicina, che da questo punto di vista anticipa lo stile del lavoro svolto dalla Commissione ministeriale per l’innovazione del sistema penitenziario, che sta terminando i suoi lavori. La condizione di detenzione rende, di fatto, la tutela della salute assai difficoltosa. La telemedicina – aggiunge la Guardasigilli - diventa così preziosa, nel realizzare i dettami dell’art. 3 della Costituzione che prevede come compito della Repubblica di «rimuovere gli ostacoli» che di fatto impediscono la piena realizzazione dei valori costituzionali. Curare il corpo e la mente di chi vive in carcere è la condizione, perché la detenzione assolva alla sua funzione di rieducazione".

“Oggi diamo l’avvio a un modello nuovo di sanità – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -. Dal Polo penitenziario di Rebibbia, il più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, parte un progetto innovativo che avrà impatti positivi da subito nella gestione dei problemi di salute dei pazienti detenuti e che sarà possibile replicare nelle altre strutture detentive del Lazio. Con la Asl Roma 2 – prosegue Zingaretti - facciamo partire percorsi di cura individuali per i pazienti detenuti, attraverso televisite, teleconsulti, telerefertazioni e telemonitoraggio superando le criticità logistico-organizzative che caratterizzano da sempre l’assistenza sanitaria in questi luoghi. È bello e importante che proprio qui a Rebibbia nasca un pezzo della sanità del futuro e un nuovo modello di garanzia del diritto alla salute delle persone. Ringrazio molto – conclude il Presidente Zingaretti - l’Asl Roma 2, l’istituto penitenziario di Rebibbia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per questo nuovo passo in avanti nel rispetto dei diritti civili e del diritto alla salute di chi è privato della libertà personale”.

Il direttore generale della ASL Roma 2, Giorgio Casati, sottolinea che l'intento del progetto è quello di giungere alla progressiva predisposizione di percorsi individuali, costruiti in ottica multidisciplinare e interprofessionale, che siano la sintesi del quadro patologico o pluripatologico del paziente e siano personalizzati anche alla luce dei bisogni assistenziali dello stesso.
L’obiettivo fondamentale, quindi, consiste nel superare il modello di sanità che risponde “quando si sta male” per fornire un servizio capace di intervenire precocemente, caratterizzato da interventi di prevenzione ed educazione sanitaria. In questo programma, la telemedicina rappresenta la condizione abilitante per consentire al SSR di prendersi cura delle persone e, al tempo stesso, per far sì che le persone possano prendersi cura del proprio stato di salute.

La ASL Roma 2 a Trigoria vaccina i giocatori della AS Roma

20211203 asroma 02Nella giornata odierna una equipe medica della ASL Roma 2 ha varcato i cancell20211203 asroma 01i di Piazzale Dino Viola, sede della squadra AS ROMA e centro di preparazione atletica, per somministrare i vaccini ai giocatori della prima squadra.


È stata proprio la AS Roma tra le prime squadre sportive italiane a promuovere la campagna vaccinale Anti covid tra i propri tifosi ed alla protezione ed oggi l’esempio lo hanno dato proprio i giocatori completando il ciclo vaccinale con la 3^ dose booster.


La somministrazione della 3^ dose ai giocatori della AS Roma consentirà alla squadra di attenuare la probabilità di contagio nel caso in cui dovesse verificarsi un contatto di caso sia per la squadra stessa, che nei confronti delle altre squadre incontrate nelle competizioni sportive.


La ASL Roma 2 ha già aderito in passato ad iniziative della Roma Cares, l’associazione che persegue finalità di solidarietà, nel settore dello sport, della beneficenza e dell’assistenza sociale, e la Roma Cares ha visitato spesso i presidi pediatri degli ospedali della ASL Roma 2, realizzando campagne rivolte al sostegno e alla crescita dei bambini riconoscendo nello sport una primaria e insostituibile funzione sociale.

Open day Donne in gravidanza ed in allattamento

03“Il Direttore Generale della ASL Roma 2, Giorgio Casati, assieme al Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo hanno introdotto oggi la giornata, organizzata dal Direttore della UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Sant’Eugenio, Dott. Fabrizio Signore, a favore delle numerose donne in gravidanza ed in allattamento intervenute all’incontro per fornire una corretta informazione, base per la scelta consapevole alla vaccinazione Covid 19.


Il saluto portato nell’evento è stato un messaggio di impegno e di speranza nella lotta al virus SARS-Cov-2, impegno condiviso da ginecologi, neonatologi, pediatri, anestesisti, ostetriche ed infermieri presenti all’incontro con le donne.


E’ proprio loro il compito di rispondere alle domande delle donne, in base alla propria figura professionale, sull’importanza della vaccinazione e della protezione dal Covid-19.


L’open day di oggi è la seconda giornata dedicata dalla ASL Roma 2 alle donne in gravidanza a partire dal 2° Trimestre ed in allattamento”

 

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Gli ospedali della ASL Roma 2 si tingono di viola per la giornata mondiale dei nati prematuri

Mercoledì 17 novembre ricorre la giornata mondiale della prematurità. La ASL Roma 2 aderisce colorando di viola i propri ospedali, l’Ospedale Sandro Pertini, L’ospedale Sant’Eugenio ed il CTO Andrea Alesini.

 

Ospedale Sant'Eugenio
 
CTO Andrea Alesini
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Ospedale Sandro Pertini
   
pertini02   La parola d’ordine per il 2021 della giornata è: “Zero Separation. Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori” e la ASL Roma 2 mette in campo le sue strutture per rispondere, attraverso l’Assistenza al neonato fisiologico, l’assistenza di 2° livello per neonati ricoverati in Patologia Neonatale, la Terapia Intensiva e Sub Intensiva Neonatale alle esigenze dei piccoli pazienti nati prima della 37° settimana di gestazione.

 

In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri. Il dato ha subito una modifica per quelle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine.